Castelfranco Veneto dice addio alla plastica e per conservare gli alimenti utilizza Apepak, una pellicola composta da fibre in cotone e cera d’api. Un prodotto ecologico e 100% naturale.

È Sonda, una cooperativa sociale del posto a lanciare questa idea innovativa e del tutto ecologica. Nel suo laboratorio di San Vito di Altivole sta perfezionando il prodotto grazie anche ai consigli dei volontari. Sbaraglia gli involucri di plastica monouso, inquinamento e petrolio. È un prodotto durevole e multiuso, nonché antisettico e biodegradabile. Apepak è composto da fibra di cotone, olio di jojoba e cera d’api. A differenza della solita pellicola trasparente di plastica, non inquina e può essere riutilizzato anche 100 volte per singolo foglio.

Il cotone biologico di cui è composto Apepak è certificato Global Organic Textile Standard. Cera d’api, resina di pino e olio di jojoba sono invece forniti da apicoltori e aziende italiane. Si tratta di realtà che dedicano una particolare cura nella scelta delle materie prime.

Apepak si presenta come un panno di cotone che grazie alla cera d’api diventa un prodotto modellabile e resistente ad unto e perdite. Per questo è un materiale in grado di sostituire la plastica solitamente usata per cibo e alimenti. È inoltre traspirante e quindi perfetto per prodotti come pane e prodotti di panificazione o frutta e formaggi.

Ci sono già alcuni prodotti similari, ma stiamo cercando di avere un prodotto quanto più ecologico possibile.

Ha così dichiarato Francesca Amato, vicepresidente di Sonda a Tribuna-Treviso.

Apepak permette di risparmiare ben 9 kmq di involucri di plastica all’anno. Remunera 3 giorni di lavoro delle api. Ma non solo. Ha anche un’altra valenza, quella di trasformare la produzione in posti di lavoro per persone svantaggiate.

Fondamentale è il lavoro di Sonda. Apepak è un prodotto che, inoltre, dimostra  come delle api non si può fare proprio a meno. Necessarie in ogni ambito e l’unica alternativa per poter sbaragliare inquinamento e plastica. Castelfranco Veneto ci è riuscita, ora spetta all’intera penisola seguire l’esempio.

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Riguardo l'autore

Giovanna Nuzzo

Vent'anni, radici nel Salento ma trasferita a Bologna dove studia per diventare giornalista. E' impegnata nel volontariato da quando aveva quattordici anni con un'associazione locale. Da qualche anno insegna italiano in una scuola per migranti e rifugiati politici di Bologna. Vive di passi, viaggi e sorrisi. Con il cuore a Sud, sogna di tornare nel suo paese e vivere di quello che sarà il suo lavoro.

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