La Rivoluzione delle api, di Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga, è un libro inchiesta su come salvare l’alimentazione e l’agricoltura nel mondo. Edito da Nutrimenti, vanta la prefazione di Vandana Shiva. Con il progetto Hunger for Bees, da cui nasce questo libro, Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga, giornaliste, con la fotografa Daniela Frechero, hanno vinto il Premio internazionale di Giornalismo, ‘Innovation in development reporting’, gestito dal Centro europeo di Giornalismo.
Lo scriveva anche Tolstoj che non nascondeva affatto la sua ammirazione per l’apicoltura. “Ammirava a tal punto il regno delle api tanto da erigerlo a emblema della perfetta organizzazione sociale.” Si legge così nell’apertura della Rivoluzione della api.
Un libro che è un viaggio lungo, un’inchiesta al di là e al di qua del continente.
Sono storie di donne e uomini che si intrecciano e che dimostrano passione per la meticolosa operosità di questi piccoli insetti a righe. Adelina e Monica hanno unito i fili, hanno seguito le orme di apicoltrici, contadini e scienziate. Sono le storie di chi ancora si batte per il futuro delle api e poi dell’ambiente e del cibo, di chi riconosce e vuole dimostrare il loro valore immenso.
E allora quanto contano per noi le api?
Pochi lo sanno, eppure le api sono responsabili del 75% di ciò che arriva sulle nostre tavole. Senza di loro i nostri piatti sarebbero vuoti. È l’impollinazione, l’effetto della loro attività bottinatrice a contribuire alla nascita di piante, ortaggi. Senza api, le carote non sarebbero di color arancione vivo, non avrebbero nessun sapore. Il mango che coltiva Neema, contadina del villaggio di Kevdipada, grazie all’impollinazione della api è più rotondo, più saporito. E poi la produzione di fragole a Dublino, di mele a Sheffield, di peperoncini a Milano, non potrebbe essere portata a termine. Senza il loro ronzio sarebbero gravi le ripercussioni sulla salute e sulla nutrizione per mancanza di micronutrienti.
Eppure è una grande famiglia a rischio quella delle api.
Le monocolture, i cambiamenti climatici, la grande industria agricola compromette la loro vita così come quella dell’intero pianeta. Il largo uso di pesticidi in ogni dove, in particolare di neonicotinoidi, i fitofarmaci più utilizzati in agricoltura, sono la più grave minaccia per gli insetti impollinatori, incluse le api.
“Le forze distruttive che minacciano oggi la terra sono i veleni e le tossine che il cartello dei veleni ha sguinzagliato in nome della sicurezza alimentare”, così scrive Vandana Shiva nella preziosa introduzione alla Rivoluzione delle api.
È per questo che Adelina e Monica hanno viaggiato tanto, hanno raccolto le storie delle paladine e dei paladini delle api. Un viaggio che incontra realtà culturalmente e geograficamente differenti. Da Castel San Pietro fino alla città di Nacaome. Parte dall’Italia, dalla Pianura Padana, una delle zone più inquinate d’Europa. Parte dal furgoncino bianco di Giorgio, uno dei protagonisti del libro.
“Giorgio è un apicoltore nomade che sposta le sue arnie sulle coltivazioni per aumentare la produttività dei raccolti. È chiamato dagli agricoltori per il servizio di impollinazione, anche per far fronte al declino delle api. Il viaggio continua tra India, Honduras, Stati Uniti ed Europa per raccontare storie di speranza e resistenza che vogliono rimettere le api al centro di una produzione alimentare sostenibile”, spiegano le autrici.
La rivoluzione delle api è un miscuglio di positività ma tanta è la riflessione che invita il susseguirsi di informazioni tanto dettagliate.
La moria delle api causata prima tra tutto da agrochimici invita a prendere una posizione. Non si può più stare a guardare un pianeta che prosciuga tutte le sue risorse già sul pieno dell’estate, che vede sull’orlo del declino la biodiversità del pianeta.
“È emblematica la storia di Malles, borgo alpino e primo comune del mondo ad aver abolito i pesticidi tramite un referendum di iniziativa popolare. Una storia che si riallaccia a quella dello Stato indiano di Sikkim. Regione che sorge alle pendici della catena Himalayana, dove il Governo locale ha iniziato una transizione verso il tutto biologico da dieci anni. Storie che sono un invito al cambiamento, a intraprendere stili di vita più sostenibili, ma anche ad utilizzare con coscienza un’arma potentissima a nostra disposizione: quella del consumo consapevole, scegliendo prodotti biologici e di prossimità”, raccontano Adelina e Monica.
Importante il ruolo delle donne, anche esse protagoniste nella Rivoluzione delle api.
È donna la regina delle api. E poi tante sono le storie delle donne nel libro, quella della contadina Neema, dell’apicoltrice americana Jackie. È un libro di due donne giornaliste, impegnate attivamente nelle tematiche ambientali. Un viaggio sul filo della rivoluzione anche culturale delle tante donne apicoltrici, scienziate, attiviste che sono al centro del libro. Rimuovere i luoghi comuni per dimostrare che le donne al pari degli uomini sono fondamentali anche per la terra.
Lo spiegano proprio le autrici. “Le donne sono al centro del nostro libro, fin dall’introduzione. È necessario dare valore al lavoro femminile in agricoltura: se avessero più accesso alla terra, le donne potrebbero salvare dalla fame circa 150 milioni di persone, secondo la FAO, poiché investono il 90 per cento dei loro guadagni nelle proprie comunità. Un lavoro spesso invisibilizzato, quello delle agricoltrici e delle apicoltrici, che merita riconoscimento. Con l’uso di un linguaggio di genere diamo visibilità alla presenza femminile attraverso la scrittura: non usiamo un maschile inclusivo, evitiamo un uso sessista dell’italiano. Il linguaggio è uno strumento fondamentale per il cambiamento, tanto quanto le storie che raccontiamo, nel rispetto della terra, delle persone, della biodiversità e delle api, così fragili e preziose, simbolo della biodiversità da preservare”.
Era doverosa la pubblicazione di un libro inchiesta sullo stato delle api che sono il motore trainante della nostra biodiversità, della nostra sicurezza alimentare.
Leggere per sapere, poi passare all’azione, al cambiamento. Non rimanere fermi, restare nelle nostre terre e poi muoversi, attivarsi. La rivoluzione delle api è un invito all’azione. La cura del nostro orto, della terra è il primo passo perché le api ritornino ad essere le principali garanti della qualità e della quantità del cibo. Come natura comanda. Salvarle dal declino significa salvare noi stessi. E magari lo potremmo fare con in mano La rivoluzione delle api!
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