Le prime case stampate in 3D che potranno realmente ospitare degli esseri umani saranno costruite in un quartiere di Eindhoven, nel sud dei Paesi Bassi.

La loro costruzione sarà possibile grazie alla collaborazione tra l’Eindhoven University of Technology ed altri partner nel Project Milestone.

Il primo gruppo di case presenterà un solo piano. I progettisti tuttavia sono fiduciosi che, man mano che il progetto verrà sviluppato, si possa arrivare a costruire case fino a 3 metri d’altezza. Inoltre si potrà perfezionare il progetto di ogni singola abitazione per garantire uno stile su misura per le esigenze individuali di ogni diverso acquirente.

In realtà questo non è il primo progetto finalizzato alla realizzazione di case mediante la stampa in 3D. Lo scorso marzo, ad Austin, in Texas era stato creato un prototipo simile. Questo grazie alla collaborazione tra ICON, una società di costruzioni, e New Story, un’associazione benefica che fornisce rifugi alle famiglie.

Il loro primo obiettivo sarà quello di realizzare un’intera comunità di case costruite con questa tecnica innovativa nelle zone rurali di El Salvador e Haiti.

Le organizzazioni stimano di riuscire a portare a termine questo progetto, e quindi di rendere agibili le abitazioni, entro il terzo trimestre del 2019 se riusciranno a raggiungere la somma necessaria dalla raccolta fondi.

Il primo prototipo costruito ad Austin ha necessitato solo di 4000$ più una piccola quantità di lavoro umano aggiuntivo.

Il fatto sorprendente è che è stata completata in un solo giorno.

Quando sarà completata la comunità di El Salvador, l’attenzione sarà rivolta verso altre associazioni no profit e altri governi in tutto il mondo.

Nel 2016 anche la WASP (World’s Advanced Saving Project) aveva creato delle costruzioni simili. Queste però erano state costruite con fango e argilla. Non erano durevoli sarebbero servite solo in situazioni di emergenza nei paesi più poveri del mondo. Uno di questi prototipi era stato realizzato con la stampante BigDelta, era alto circa 40 piedi ed è costato solo 53$.

Queste case di fango erano state costruite seguendo la biomimetica, ovvero l’idea di trovare ispirazione da forme già esistenti in natura.

Le case del progetto Milestone richiedono meno materiale rispetto a quelle costruite con materiali tradizionali, oltre ad essere molto più economiche e a produrre meno emissioni nocive di carbonio.

“Abbiamo bisogno di una rivoluzione tecnica nell’area di costruzione per rispondere alla carenza di muratori esperti nei Paesi Bassi e in tutto il mondo”, – ha spiegato Rudy Van Gurp, dirigente della società di costruzioni responsabile del progetto.

“La stampa in 3D rende le cose più veloci, migliori, più economiche e più sostenibili utilizzando meno materiale. Promuove anche la creatività e la libertà nel design”.

Il loro prezzo non è stato ancora pubblicizzato ma ci sono già 20 acquirenti che hanno mostrato interessa per affittarle. I funzionari però affermano che, con lo sviluppo dell’iniziativa, si potranno realizzare abitazioni in 3D a prezzi sempre più economici.

“La stampa 3D del calcestruzzo è un punto si svolta nel settore dell’edilizia”, ha spiegato un portavoce dell’università di Eindhoven. “Oltre alla capacità di costruire quasi tutte le forme, permette anche agli architetti di progettare strutture in calcestruzzo molto belle. Un’altra nuova possibilità è quella di stampare tutti i tipi, qualità e colori del calcestruzzo, tutto in un unico prodotto”.

Le case potrebbero essere pronte entro l’anno prossimo e, magari, in breve tempo il progetto potrebbe coinvolgere anche altre nazioni per ridurre dappertutto i costi di costruzione e le conseguenti emissioni di materiali nocivi.

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Riguardo l'autore

Mariarosaria Guido

Ventunenne, appassionata di musica, arte e ancor prima della scrittura. Ha studiato violino per circa dieci anni e si è diplomata al Liceo Artistico. Vanta numerose partecipazioni e qualche vittoria in altrettanti concorsi di poesia. "I sogni camminano" è il suo romanzo d'esordio nel 2019. Le piace indagare e approfondire senza fermarsi alle apparenze, stare all’aria aperta e preferisce il vintage al post-modernismo.

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