Il libro Big heart, strong hands è la storia di alcune donne sull’isola estone di Kihnu e Manija nell’Oceano Baltico. Spesso vista come l’ultima società matriarcale in Europa, le donne più anziane si prendono cura di tutto sull’isola, mentre i loro mariti viaggiano per mare. Anna Helene Gjelstad, autrice del libro scrive:
“Lohu Ella è una delle più rispettate maestre artigiane di Kihnu. Sempre di aiuto, amichevole e gentile, con un grande cuore e un sorriso amorevole, è una delle donne con cui ho trascorso più tempo e che ho fotografato di più. Da lei ho imparato la cultura nel vestire delle donne, come si acconciano i capelli, come mettere le loro uniche e meravigliose gonne, cosa indossano per dormire e come tengono al sicuro i loro tesori. Lohu Ella e sempre in procinto di creare qualcosa, mi ha anche cucito uno stupendo costume Kihnu.”
Sauendi Mann. “L’ho notata mentre meditava sulla tomba di famiglia. “presto anche io sarò qui” mi ha detto. Attraverso un interprete le ho chiesto se avessi potuto seguirla nella sua casa. Da sole nella sua fattoria, abbiamo comunicato perlopiù a gesti. Un profondo dolore derivante da una vita molto dura l’aveva marcata. Da giovane donna, durante il periodo della dominazione russa, le era stato ordinato di lavorare nelle foreste russe. Dovette portare con se suo figlio neonato e un albero gli cadde addosso.”
“Vahtra Helju aveva un desiderio modesto: voleva essere fotogrfata con la sua adorata mucca, è così che ho imparato quanto dolci e riservate possano essere le mucche.”
“Järsumäe Virve ha sempre amato gli animali e tutte le creature viventi. Non sa quanti gatti abbia, e anche i gatti dei suoi vicini vanno da lei per mangiare. Ha due cani e un cavallo che corrono liberi nella sua proprietà nella stagione calda. Quando la incontrai per la prima volta aveva anche due capre e adorava bere direttamente dalla tazza in cui le aveva munte. Ha spiegato quanto salutare fosse e graziosamente ha condiviso con me il suo latte. Järsumäe Virve appare regolarmente in televisione e sui giornali. All’età di 81 ha realizzato il sogno di una vita facendo tandem skydiving. Spesso, gli stranieri guidano per l’isola di Kihnu alla sua ricerca e abbastanza spesso, gli isolani, per proteggere la sua privacy, li mandano nella direzione errata.”
Gjelstan ha fotografato la vita quotidiana e le attività delle donne, i loro vestiti, stanze da letto, cucine e fattorie così come i paesaggi circostanti.
Attraverso le interviste di Gjelstad con le donne circa le loro vite, difficoltà, perdite e pensieri sul loro futuro, apprendiamo dello sviluppo di una società unica, delle dure condizioni di vita in cui hanno vissuto ai tempi dell’Unione Sovietica per lunghi decenni, così come della loro cultura e abitudini nel vestire. Queste sono le voci sommesse di portartrici di una cultura che deve essere ascoltata, specialmente perché si tratta di una piccola società che si sta rapidamente muovendo verso gli standard occidentali e dove la cultura e l’identità tradizionale stanno inevitabilmente sfuggendo via.
“Ho incontrato Koksi Leida qualche ora dopo la sua morte nella sua stanza da letto. I suoi vicini mi hanno vestito in abiti blu e mi hanno invitato a fotografare la cerimonia privata in cucina. Le donne del villaggio, si sono riunite attorno alla bara per pregare e cantare
Dopo un po’ di tempo gli uomini sono arrivati al fine di mostrare il loro rispetto. La cassa è poi stata chiusa e Kolsi leida ha poi lasciato la sua casa per l’ultima volta dalla parte dei peidi, come vuole la tradizione. Dopodichè le donne in cucina hanno organizzato un pranzo tradizionale. Fuori dalla casa, i due figli e i gli uomini dell’isola stavano chiacchierando e bevendo vodka.”
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