In Turchia l’antica basilica di Nicea riemerge dal lago Iznik grazie a delle foto aeree scattate per caso.

Per 1600 anni le acque del lago Iznik, in Turchia, nascondono le rovine di un’antica chiesa romanica. Gli archeologi la identificano come la basilica di Nicea. Questa, probabilmente viene costruita sulla riva del lago intorno al 390 dopo Cristo. A quel tempo la città di Iznik è conosciuta come Nicea e Istanbul era Costantinopoli, il centro orientale dell’impero romano.

Nel 740 d.C. un terremoto distrugge la basilica, che in seguito sprofonda sotto la superficie del lago, lasciando le rovine sommerse. Più di 1600 anni dopo, nel 2014 e grazie a delle foto aeree, alcuni ispettori del governo locale scoprono casualmente le rovine della chiesa.

La basilica di Nicea si trova a 3 metri di profondità, a circa 50 metri di distanza dalla riva.

Gli archeologi scoprono numerose tombe di epoca romana, monete e suppellettili che pare risalgano ai tempi degli imperatori romani Valente (364-378 d.C.) e Valentiniano II (375-392 d.C.).

C’è anche la probabilità che però la chiesa possa essere sorta sopra un tempio pagano dedicato al dio Apollo e voluto dall’imperatore Commodo nel 180 d.C. circa.

Gli scavi iniziano nel 2015, affidati a Mustafa Sahin. Lui è a capo della facoltà di archeologia dell’università turca di Bursa Uludag. Sahin, chiede di trasformare il sito in un parco archeologico subacqueo che sarebbe il primo del suo tipo in Turchia.

Sahin resta incredibilmente sorpreso dalla scoperta.

Quando ho visto per la prima volta le foto aeree del lago sono rimasto piuttosto sorpreso nel vedere la struttura chiaramente visibile.

Si effettuano numerosi scavi intorno alla basilica di Nicea. Inoltre, altre ricerche fanno riaffiorare ornamenti sacri e monete. Riemergono anche alcune tombe risalenti ai regni degli imperatori romani Valente e Valentiniano II. Ciò dimostrerebbe che in realtà la datazione della basilica debba essere anticipata di quasi un secolo, nel 303 dopo Cristo, durante il regno dell’imperatore Diocleziano.

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Riguardo l'autore

Rita Carbonara

La vera patria di Rita è l’Inghilterra. Le chitarre, James e Graham Jonathan fanno parte di questo mondo incantato che Rita usa per scaricare tutta l’energia accumulata durante la giornata. La lettura è uno dei rifugi in cui si trova meglio, specie se si tratta di Dickens. Esploratrice, ama i dettagli e mettere nero su bianco tutto per poi rivivere i momenti più belli all’infinito.

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