È nato all’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia, un robot capace di aiutare l’uomo in caso di emergenza. Questo robot ha zampe da quadrupede e torso da umano e, proprio per questo, l’ingegnere Nikos Tsagarakis ha deciso di chiamarlo Centauro. Tutta la struttura in metallo si muove grazie a motori elettrici e lo scopo di questa nuova invenzione è quello di raggiungere ambienti ostili.

Centauro lavora al posto dell’uomo in luoghi pericolosi, come zone terremotate, piattaforme petrolifere, cunicoli, pianeti lontani.

Centauro si trova al Humanoid and Human Centered Mechatronics Lab di Genova e qui si può incontrare anche il suo pilota, Luca Muratore. Il giovane dichiara: “È alto un metro e mezzo e pesa 93 chilogrammi. Ha 42 motori, di cui sette per ciascuna delle braccia, uno per il torso, sei per ogni zampa, tre per la testa. Ognuno può sviluppare fino a un chilowatt, in pratica la stessa potenza di una motocicletta di piccola cilindrata, per un totale di 3-4 chilowatt. L’autonomia è di due ore, che può essere estesa a quattro aggiungendo batterie supplementari”. Questo è un arco di tempo più che sufficiente a svolgere tutti gli incarichi.

Il numero di motori, però, è troppo elevato per qualsiasi pilota. Infatti, Centauro ha una sua intelligenza e il suo pilota deve solo impartire comandi molto semplici. Tuttavia, non ha ancora fatto un test su campo a differenza del suo predecessore Walkman. Quest’ultimo infatti, nel 2016 è stato portato con successo ad Amatrice soltanto a scopo dimostrativo. Nonostante non sia stato testato, Centauro presenta dei vantaggi rispetto a Walkman. Per esempio, è più leggero, ha un sistema di controllo più avanzato, è stabile sulle sue zampe e il suo assetto non è rigido.

Può parlare italiano, inglese e greco

Infatti, Centauro è dotato anche di bocca e orecchie. Grazie a un microfono, percepisce i suoni e, con l’aiuto di alcuni speaker, riesce a comunicare con le persone. Quindi se c’è qualche malfunzionamento, è il robot stesso ad avvertire gli operatori che lo circondano. Centauro deve essere anche capace di spostare e rimuovere ostacoli, magari rompendoli. Proprio per questo, i ricercatori preferiscono dotarlo di due piastre metalliche, sicuramente con più forza rispetto alle mani di un uomo. Nel futuro, dunque, saranno robot umanoidi i veri protagonisti delle situazioni di emergenza.

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Riguardo l'autore

Daniele D'Amato

Direttore Responsabile. Giornalista, fotografo e insegnante; lauree in Scienze della Comunicazione e in Sociologia e Ricerca Sociale; masters in DSA e in ADHD. Fondatore e Presidente dell’associazione fotografica Photosintesi per 10 anni; fondatore e direttore editoriale della testata fotografica IVISIVI; Amministratore dello studio fotografico Comunickare; Collaboratore di “Fotografia Reflex”; docente di Linguistica delle immagini e Metodologia del Portfolio nelle scuole di fotografia; fondatore e Presidente del Collettivo Fotografico Xima.

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