Elena Cornaro Psicopia è la prima donna laureata al mondo di cui si abbia testimonianza.

La giovane donna ha conseguito la laurea in filosofia nel 1678, all’età di 32 anni, presso lo Studium di Padova, una delle più prestigiose Università del tempo.

Elena, quinta di sette fratelli, nacque nel 1646 a Venezia dal nobile Giovanni Battista Psicopia Cornaro, procuratore di San Marco, e dalla popolana Zanetta Boni. La sua famiglia era celebre in città e vantava membri illustri come dogi e cardinali, e amicizie di spicco. Emblematico è l’esempio del bisnonno di Elena, amico dello scienziato Galileo Galilei.

L’humus culturale in cui la giovane crebbe e si formò è particolarmente fecondo. Il padre Giovanni Battista era appassionato di scienza e accoglieva regolarmente in casa scienziati e intellettuali. Inoltre, egli possedeva una biblioteca di grande pregio in cui la figlia trascorreva lunghe ore.

Elena Cornaro Psicopia dimostrò fin dalla prima adolescenza grande passione per lo studio e un’intelligenza vivace.

Il padre decise dunque di farla studiare. Per di più con i migliori precettori in circolazione: i teologi Giovanni Fabris e Felice Rotondi, il latinista Giovanni Valier, il grecista Alvise Gradenigo e il rabbino Shemel Aboaf. Scelta coraggiosa e del tutto insolita quella di Giovanni Battista Cornaro Psicopia, se si considera che l’istruzione è appannaggio esclusivo, fino a pochi decenni fa, del genere maschile.

All’epoca una donna poteva tutt’al più studiare musica e disegno, e solo se di nobili origini o appartenente ad una famiglia facoltosa.

Ma Elena apprese anche il greco, il latino, l’ebraico, il francese e lo spagnolo, l’arabo e l’aramaico. Studiò matematica e astronomia e approfondì eloquenza, dialettica e filosofia.

La vocazione di questa straordinaria donna fu il sapere, e ad esso scelse di consacrare tutta la sua vita. Elena rifiutò di sposarsi poiché questo avrebbe significato la perdita del privilegio dello studio. Per sfuggire ad un matrimonio imposto e per seguire la sua autentica fede religiosa, di nascosto dalla famiglia prese i voti diventando oblata benedettina. In questo modo evitò la vita in monastero, continuando a coltivare la sua passione.

I genitori, non potendo porre un veto, accolsero la scelta di Elena. Il padre la sostenne nei suoi studi per accrescere l’influenza sociale della propria famiglia. E assecondò la sua volontà di studiare teologia, chiedendo allo Studium di Padova di ammettere la propria figlia agli studi universitari.

La richiesta incontrò l’approvazione dei teologi dell’Università, ma il vescovo Gregorio Barbarigo, cancelliere dello Studium, la ostacolò fermamente. Egli ritenne poco auspicabile che una donna si laureasse, per di più in una materia così elevata.

La teologia infatti per secoli era stata considerata la summa di tutte le discipline. Con l’avvento della Rivoluzione Scientifica nel ‘600, le discipline scientifiche acquistarono una progressiva importanza a discapito della teologia. Tuttavia, quest’ultima conservò per ancora lungo tempo lo splendore dell’antico primato.

Nonostante il rifiuto, Elena e il padre non si diedero per vinti. Giovanni Battista intrattene una lunga corrispondenza epistolare col vescovo Barbarigo, e infine si giunse ad un compromesso. Elena avrebbe potuto studiare per conseguire la laurea in filosofia.

Tale materia era allora considerata ancilla theologiae, letteralmente “ancella della teologia”, ovvero propedeutica allo studio delle scienze religiose.

Elena discusse la sua laurea a Padova il 9 giugno 1678, alle 9 del mattino, nella Cappella della Beata Vergine della Cattedrale di Santa Maria Assunta. Secondo le testimonianze, la piazza antistante la cattedrale era gremita di gente curiosa di assistere all’evento più unico che raro. Tra coloro che assistettero alla cerimonia, non vi fu però il vescovo Barbarigo, che preferì mandare un suo rappresentante.

Elena Cornaro Psicopia fu poi aggregata al Collegio dei Medici e dei Filosofi dello Studium padovano e da Venezia si trasferì in pianta stabile a Padova, dove continuò a dedicarsi al tanto amato studio fino a quando, a causa dell’aggravamento della sua salute cagionevole, morì il 26 luglio 1684, a soli 38 anni. Fu poi sepolta nella Chiesa di Santa Giustina a Padova.

I familiari di Elena, più che credere nell’emancipazione femminile, fecero di Elena uno strumento per dare lustro alla propria famiglia.

Lo dimostra il comportamento del padre Giovanni Battista che si oppose personalmente alla richiesta di laurea di un’altra giovane donna dopo Elena, sol perché desiderava mantenere il primato.

Elena Cornaro Psicopia è stata ed è ancora oggi un simbolo dell’emancipazione femminile e si spera possa essere una fonte di ispirazione per tutte le donne che ancora oggi sono ostacolate nelle propria piena realizzazione.

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Riguardo l'autore

Daniele D'Amato

Direttore Responsabile. Giornalista, fotografo e insegnante; lauree in Scienze della Comunicazione e in Sociologia e Ricerca Sociale; masters in DSA e in ADHD. Fondatore e Presidente dell’associazione fotografica Photosintesi per 10 anni; fondatore e direttore editoriale della testata fotografica IVISIVI; Amministratore dello studio fotografico Comunickare; Collaboratore di “Fotografia Reflex”; docente di Linguistica delle immagini e Metodologia del Portfolio nelle scuole di fotografia; fondatore e Presidente del Collettivo Fotografico Xima.

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