L’Italian Teacher Prize, un premio nazionale collegato al Global Teacher Prize e patrocinato dal MIUR, ha proclamato i 5 migliori docenti d’Italia dello scorso anno.

I docenti in questione sono Annamaria Berenzi, Consolata Maria Franco, Antonio Silvagni, Dario Gasparo e Daniela Ferrarello. Ecco le loro storie.

Annamaria-BerenziAnnamaria Berenzi insegna matematica nella sezione ospedaliera dell’istituto di istruzione superiore “Castelli” di Brescia.

Una scuola d’emergenza, in cui fare lezione significa ricordarsi che la malattia non ti sta togliendo tutto. Anzi, esiste una parte della tua vita che non viene risucchiata da degenza, terapie e isolamento. I reparti che assorbono maggiormente le energie professionali e umane di questi docenti sono l’Oncoematologia pediatrica e la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, reparto in cui si incontrano ragazzi ricoverati principalmente per disturbi alimentari e psichiatrici.

Dice di sé: Ho chiesto il trasferimento sulla sezione ospedaliera. La paura di non reggere il carico emotivo era forte, ma con il tempo ho imparato che i nostri studenti degenti, affrontando con tanto coraggio e dignità prove durissime. Ci insegnano a non voltare la faccia di fronte alla fatica e al dolore, e ora non lascerei più il mio ruolo in ospedale. Mi ritengo una tra i docenti privilegiati a essere dove mi trovo. Solo quando durante una lezione in una stanza di degenza lo studente non si accorge di quanto tempo è passato, riesce ad allontanarsi dal sé malato, si sente “bene” … solo allora un docente può sentirsi soddisfatto.

consolata-maria-francoConsolata Maria Franco è una delle docenti di italiano, storia e geografia nell’istituto penale minorile di Nisida, in Campania.

La sua è una famiglia di origini contadine in cui è stata la prima a laurearsi. Durante il brillante percorso universitario è diventata giornalista pubblicista. Ha sempre lavorato all’IPM di Nisida, particolarmente adatto per i suoi forti interessi verso le problematiche sociali. E’ stata nominata Cavaliere al merito della Repubblica dal Presidente Napolitano nel 2011. Ha sperimentato diversi percorsi linguistici e di educazione alla legalità e avviato progetti innovativi: dal progetto “Il campionato di calcio” al viaggio nella storia e nella geografia, al Progetto Lindgren, che non hanno uguali nelle carceri minorili d’Europa.

Dice di sé: “A Nisida, ho imparato a insegnare, sperimentando sulla mia pelle tutte le difficoltà. Avviare curiosità e interessi culturali nei ragazzi dalle pesanti esperienze di vita, che dalla scuola si sono, o sono stati, allontanati. Ho ritenuto mio dovere puntare al massimo su due obiettivi: la capacità di comunicare e la capacità di ripensarsi come cittadini, soggetti di diritti e doveri. Ho sempre provato a far maturare, negli allievi, la consapevolezza che tra l’urlo e il silenzio, tra il gesto violento e il nulla, è sempre possibile la parola: quella detta e quella pensata e che il finale della loro storia non è già dato ma può essere, appunto, riscritto, con nuove parole”.

Antonio-SilvagniAntonio Silvagni è un insegnante non vedente tra i docenti di materie letterarie e latino ad Arzignano.

Appena conseguita la laurea in Lettere ed effettuati gli scritti del concorso del 1990, in seguito ad un attacco acuto di glaucoma in pochi giorni ha perso la vista. Ciò lo ha obbligato a preparare in pochissimi mesi le prove orali basandosi su materiale registrato in audiocassette. Ha rapidamente imparato a servirsi di ausili e strumenti elettronici arrivando a conoscere bene i sistemi DOS e Windows e i pacchetti applicativi che potevano essere gestiti con sintesi vocale. Il cambio di ambiente lo ha spinto a conseguire una seconda laurea in Scienze della Formazione mentre, nel frattempo si è dedicato alla formazione degli adulti. Dal 2010 è stato nominato, tra i docenti, coordinatore nazionale per il Dipartimento di Latino nella Rete “Book in progress”.

Nel frattempo ha appreso le competenze per utilizzare i sistemi operativi OSX e IOS che meglio di altri consentono di restare al passo con le continue innovazioni portate dalla multimedialità nella didattica in quanto presentano tecnologie assistive per non vedenti integrate nel sistema operativo. Per costruire un testo multimediale ha appreso autonomamente il linguaggio HTML5. Ha portato la sua esperienza a conoscenza di numerosi colleghi in vari incontri di formazione in varie città d’Italia.

Dice di sé: “Nonostante le oggettive difficoltà fisiche dovute alla cecità, intraprendo azioni didattiche innovative senza che queste siano e vengano percepite come compensative di una situazione svantaggiata, senza che siano interpretate come il tentativo di dimostrare una impossibile uguaglianza con i normodotati. Colgo la stima degli studenti, dei genitori e di molti colleghi per attività che svolgo convivendo con naturalezza con la mia fragilità. Pur essendo fragili, si può (e secondo me si deve) aiutare gli studenti a vivere meglio, senza ansia, fornendo loro strumenti per gestire la complessità della vita”.

dario-gasparoDario Gasparo insegna matematica, fisica e scienze nell’istituto comprensivo Valmaura di Trieste.

Eclettico e creativo, suona la chitarra, il pianoforte, l’armonica, il clarinetto. E’ uno sportivo, pallavolo e atletica leggera, ha vinto
importanti concorsi nazionali di fotografia e video. Ha scritto più di una dozzina di volumi, uno dei quali premiato con un premio internazionale. Dopo aver fondato e diretto una società di biologi, ha deciso di entrare nel mondo della scuola. Il primo anno di insegnamento lo ha svolto in carcere e ha lavorato con i tossicodipendenti. Sempre pronto a mettersi nei panni degli studenti, nell’inventarsi attore, poliglotta, cieco, sordo per costringere i suoi studenti ad aiutarlo senza mai annoiarsi. Ha realizzato e documentato sperimentazioni di insegnamento della matematica mediante l’uso del corpo.

Dice di sé: “Ricordo quando mia madre, vedendo la mia insofferenza adolescenziale per le ingiustizie, mi disse: “Dario, se vuoi cambiare le cose devi diventare o giudice, o insegnante”. Ho imparato a competere, ma anche a stare con gli altri e a rispettare le regole e le diversità praticando l’atletica fin da quando avevo 9 anni. Anche gli altri sport praticati sono stati per me formativi, facendomi comprendere quanto sia necessario impegnarsi per un obiettivo. Come diceva Michael Jordan, “i limiti sono solo illusioni”. Mi piace “assaggiare” un po’ di tutto, curiosare, sperimentare e conoscere”.

Daniela-FerrarelloDaniela Ferrarello è una docente di matematica nella sede carceraria di un alberghiero a Catania.

I suoi alunni sono adulti detenuti che hanno abbandonato la scuola nella prima adolescenza. Laureata in Matematica, indirizzo applicativo, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Computazionali e Informatiche. Contattata dal Nucleo di Ricerca e Sperimentazione Didattica dell’Università di Catania, ha iniziato a fare ricerca nel campo della Didattica della Matematica.

Dice di sé: “Pur dedicandomi alla ricerca, non ho mai lasciato la scuola perché sento di essere una privilegiata: ho le radici e le ali. Con le ali da ricercatrice sono sempre entusiasta di portare in classe le nuove frontiere della ricerca in didattica; con le radici da insegnante so quali sono le problematiche delle scuole e degli studenti e rivolgo la mia ricerca nei settori che vedo carenti. È questo che un insegnante dovrebbe fare: far innamorare”.

Complimenti a tutti i docenti per la profusione nel lavoro inteso come “missione”.

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Riguardo l'autore

Daniele D'Amato

Direttore Responsabile. Giornalista, fotografo e insegnante; lauree in Scienze della Comunicazione e in Sociologia e Ricerca Sociale; masters in DSA e in ADHD. Fondatore e Presidente dell’associazione fotografica Photosintesi per 10 anni; fondatore e direttore editoriale della testata fotografica IVISIVI; Amministratore dello studio fotografico Comunickare; Collaboratore di “Fotografia Reflex”; docente di Linguistica delle immagini e Metodologia del Portfolio nelle scuole di fotografia; fondatore e Presidente del Collettivo Fotografico Xima.

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