Modello MaBasta è il suo nome: una sveglia allarmante, il grido di una giovane scolaresca leccese contro uno dei mostri più preoccupanti che attanaglia i più: il bullismo. A lanciarlo sono gli studenti e le studentesse dell’omonimo movimento dell’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce.

MaBasta è un Movimento che nasce nel 2016 grazie al lavoro di una classe di soli quattordicenni.

In poco tempo germoglia una start-up e poi un modello da riproporre in ogni scuola della penisola. Sono idee, consigli e azioni che ogni classe delle scuole italiane può adottare per contrastare i fenomeni di bullismo e cyber-bullismo.  A colpi di duri comandamenti, i ragazzi cercano di reprimere e tenere lontani possibili episodi di prevaricazione.

Il modello MaBasta è un protocollo di comportamenti da tenere ben fisso in mente.

È sicuramente audace, originale, ma non per questo utopico. A crearlo per la prima volta sono giovanissimi ragazzi che sanno bene come comunicare ai loro coetanei. Hanno grinta e creatività, sanno scorgere i problemi che affliggono la loro età e poi trovare una soluzione.

La passione che riveste il Modello MaBasta ben si scorge dalle parole dei giovani ragazzi. “Ci auguriamo che, con l’adozione del nostro Modello, si possa davvero dare una frenata e una svolta decisiva ai tanti, troppi episodi di prevaricazione che leggiamo tutti i giorni sui media nazionali e internazionali. Ce la stiamo mettendo tutta nell’inventare pratiche nuove e sperimentazioni che, con il contributo e l’aiuto di tutti, possano migliorare nel tempo e portare a risultati importanti”.

MaBasta non rimane solo un modello. I giovani dell’Istituto “Galilei-Costa” sono diventati anche dei piccoli imprenditori dopo una serrata attività nella scuola. Prima della stesura del modello, hanno infatti dato luce ad una start-up sociale. Una vera e propria impresa economica con due peculiarità. Quella di realizzare finalità di interesse generale e coinvolgere quanti più soggetti possibili.  Senza finalità di lucro, è per questo un soggetto no-profit, la cui mission parte tutta dal basso.

Lo scorso 5 febbraio, in occasione della Giornata Nazionale contro il Bullismo, il Movimento ha organizzato il MaBasta Dab Day.

Una tre-giorni di incontri, presentazioni e spettacoli dedicata alla lotta al bullismo e al cyber-bullismo. In questa occasione, insieme alla dirigente dell’Istituto Addolorata Mazzotta, hanno presentato pubblicamente il neonato Modello MaBasta.

A questo si è aggiunto un corso di formazione tenuto proprio dai ragazzi. È stato rivolto ai cosiddetti “Bulliziotti” e “Bulliziotte” delle ben undici scuole che stanno sperimentando il Modello. Ad accoglierli numerose autorità del territorio, testimoni di bullismo subìto e artisti.

Tra questi Nandu Popu dei Sud Sound System e il regista Edoardo Winspeare. Tutti hanno apprezzato positivamente il lavoro svolto dai ragazzi. Nandu Popu ha lanciato un grande invito alle giovani generazioni. “Ragazzi, vittime, spettatori e, soprattutto, bulli e bulle, impegnatevi in una passione. Una vostra passione, nell’arte, nella musica, nello sport, nell’amare e difendere la vostra terra ed in ogni altra attività sana e coinvolgente”.

E lo stesso il regista Winspeare che ha chiesto ai giovani presenti di ricercare la bellezza in ogni dove. Perché “Chi sa riconoscere e apprezzare la bellezza è capace di dare meno importanza alla bassezza e stupidità di alcuni comportamenti umani e più rilevanza agli aspetti “alti” della vita”.

È questa la meglio gioventù che ha in serbo idee innovative.

Si mette in gioco, non perde l’occasione per dimostrare che occorre avere la pretesa di invertire rotta. Lo hanno fatto i ragazzi del “Galilei-Costa”. Si sono interrogati con piglio creativo, differente e poi hanno dato soluzioni concrete. Si son fatti prima start-up e poi siglato un modello. Tutte le scuole possono sperimentarlo e poi adottarlo per scacciare via quel mostro che ha risucchiato già troppi giovani. E insieme poter gridare contro il bullismo: “MaBasta”!

 

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Riguardo l'autore

Giovanna Nuzzo

Vent'anni, radici nel Salento ma trasferita a Bologna dove studia per diventare giornalista. E' impegnata nel volontariato da quando aveva quattordici anni con un'associazione locale. Da qualche anno insegna italiano in una scuola per migranti e rifugiati politici di Bologna. Vive di passi, viaggi e sorrisi. Con il cuore a Sud, sogna di tornare nel suo paese e vivere di quello che sarà il suo lavoro.

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