Metà agosto, luna quasi piena e le Notti Brave del Summer Tour di Carl Brave incontrano una Lecce pullulante di giovani e non. Era sfavillante e infiammata la Piazza Palio del 13 agosto, quando a salire sul palco del Palalive c’era il cantante romano, o meglio “trasteverino”, come si è definito lui.

Carl Brave: rapper, passato dalla trap, produttore che si lascia chiamare anche cantautore.

Al secolo Carlo Luigi Coraggio, classe 1989, un passato nel basket e la capitale come bussola: il suo “punto focale”. Poi il nome si è inglesizzato, lascia la carriera da cestista, e il successo lo porta a fianco del socio Franco 126 e della loro “Polaroid”. Il tam-tam del web li ha fatti crescere a colpo d’occhio e scalare le classifiche. Ma non solo.

Quello che hanno creato i due, Franco 126 e Carl Brave, è rendere Roma un piccolo, grande teatro a vista, l’immaginario collettivo di una generazione che vibra e riesce a farsi sentire. I pischelli notturni, i sampietrini, le noccioline e i bar diventano istantanee di un mondo, in cui i due volenti o nolenti, riescono a far immergere chiunque.

Per Carl Brave nel 2018 è la svolta.

Ritorna, tentando la strada da solista e pubblica il singolo “Fotografia” con Francesca Michielin e Fabri Fibra. Estratto divenuto hit nelle radio, che anticipa il suo album “Notti Brave”. Le strade di Roma e i biglietti dell’ATAC sono sempre presenti. Tant’è che nell’album “Notti Brave After”, pubblicato dopo poco, Carl Brave è seduto niente di meno che sul buco del Pantheon.

Insomma si gode questo successo smisurato, e a dire il vero, del tutto meritato. Ed è quello che si nota nel suo live. Arriva sulle note di Chapeau, singolo con Frah Quintale, acclamato dalla folla. Il suo, un pubblico di media molto giovane, lo accoglie al meglio. Quello che, però, si nota fin da subito è che Carl Brave si fa accompagnare da una band di tutto rispetto.

È un sound che trascina, allegro e leggero, in piena sintonia con il mood estivo. Accompagnato da sax, trombe, tastiere, percussioni, basso e chitarra, il concerto diventa una dinamite. Il medley di canzoni con Franchino creano un mix di nostalgia e delirio, poi tutto passa con le note di “Posso”, il singolo registrato con Max Gazzè  e “Vivere tutte le vite” con Elisa.

È popolare Carl Brave, piace ai nuovi millennials, ma non solo. Gli si deve riconoscere, infatti, la sua capacità di arrivare davvero a chiunque. La “caciara” che invoca spesso, non manca per niente. Sa tenere molto bene il palco, come aveva peraltro già dimostrato nel suo tour teatrale. Le scenografie ad hoc, inoltre, accompagnano bene il tutto. Il concerto termina ovviamente con: “Se non fai l’ultima, noi non ce ne andiamo”, e quindi con Malibù. Intanto a Piazza Palio, la mezza luna sorride, e Carl Brave ha davvero stregato il PalaLive, ma in realtà un pò tutti.

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Riguardo l'autore

Giovanna Nuzzo

Vent'anni, radici nel Salento ma trasferita a Bologna dove studia per diventare giornalista. E' impegnata nel volontariato da quando aveva quattordici anni con un'associazione locale. Da qualche anno insegna italiano in una scuola per migranti e rifugiati politici di Bologna. Vive di passi, viaggi e sorrisi. Con il cuore a Sud, sogna di tornare nel suo paese e vivere di quello che sarà il suo lavoro.

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