Un appello, un cammino e poi un dialogo, è stato questo la Carta di Leuca, una lettera e una festa di pace nel solco della convivialità delle differenze, lungo i passi di don Tonino Bello. Un’iniziativa promossa dal Parco Culturale Ecclesiale “De Fiinibus Terrae”. Giunta alla sua terza edizione, la Carta Di Leuca si è rafforzata della collaborazione con il servizio pastorale giovanile delle 5 diocesi della Metropolia di Lecce( Brindisi, Lecce, Otranto, Nardò-Gallipoli, Ugento-Santa Maria di Leuca). Ogni anno i rappresentanti di diverse religioni insieme ai giovani e ai rappresentanti politici del territorio firmano la Carta di Leuca in segno di condivisione del progetto.

Un percorso ricco di emozioni durato 5 giorni. Step dopo step e guardandosi negli occhi. Poi Otranto, Brindisi, solo alcune delle tappe più significative. Camminando insieme dalla tomba del grande uomo dal cappuccio viola sono arrivati fino alla fine della Terra, a Leuca, sotto la protezione del faro bianco.

Centinaia di giovani dei paesi del mediterraneo si sono ritrovati per la terza volta a sottoscrivere quella che è una vera e propria lettera d’intenti.

Una Carta di Leuca.2 per rafforzare i valori già incisi nella prima edizione. L’impegno, la forza di guardarsi intorno, di scegliere la strada giusta da percorrere. La Carta di Leuca nel 2016 nasceva proprio dopo mesi dalla pubblicazione dell’enciclica di papa Francesco Laudato sii. Un documento che ha rivoluzionato le prerogative della Chiesa e ha avvicinato nuovi cristiani.

Si è ripartiti dalle fragilità, dalla povertà e dalla miseria umana e poi di quella del pianeta che ci circonda per cercare nuove soluzioni. Soluzioni rinvenibili nella fratellanza, nell’impegno reciproco. Nulla si può fare se si pratica l’indifferenza, se si resta rinchiusi nell’individualismo. È questo il significato della Carta di Leuca e della redazione da parte di tanti giovani.

L’appello è stato accolto da quanti non si arrendono alla violenza ma insieme vogliono  costruire nuovi cammini. Per questo sono stati passi consapevoli quelli dei tanti giovani che vi hanno partecipato, per poi proseguire anche nella due giorni a Roma con il papa. La tappa finale è stato il grande piazzale della basilica di Leuca. Leuca è il punto dove due mari si danno la mano.

Ed è questo l’obiettivo intrapreso e raggiunto della Carta di Leuca, ripartire dai giovani, colmarli di quei valori ormai persi.

Questa è la vera convivialità delle differenze, quella profezia di don Tonino, lo sviluppo umano che si auspicava. Uno sviluppo basato “sull’etica del volto e dello sguardo, capace di promuovere una fraternità completa”.

Leuca è punto di approdo fin dai tempi dei miti, e punto di arrivo di chi fugge da guerra e povertà ancora oggi. È Monsignor Vito Angiuli a ricordare i drammi che si riversano nelle acque di quel mare. Il vescovo ha ricordato infatti gli attuali scenari e quanto redatto nella Carta di Leuca. “Una convivialità del creato e dei volti, una convivialità economica e partecipativa, una convivialità in una terra bagnata da un unico mare e abitata da un’unica umanità”.

Il mediterraneo con la Carta di Leuca può diventare un mare di ponti. Chiara Parisi, una giovane che ha partecipato alla redazione riflette ancora sui molteplici scenari aperti. Già lo scriveva su Avvenire.

La Carta di Leuca può indicare a un’umanità, che è alla ricerca affannosa di risposte, che la convivialità delle differenze non è un’utopia profetica, ma è la strada migliore e più efficace che i popoli del mediterraneo possono e devono percorrere per guardare con fiducia ad un’alba di pace, nel mare nostrum, vera arca di pace.

Così è terminata nel pieno dell’estate un’iniziativa che profuma di futuro, di gioventù, di libertà di andare e migrare. “I costruttori di pace” hanno eretto un ponte culturale dove si ha ancora voglia di aiutare il prossimo. Così conclude il vescovo Angiuli. “La Carta di Leuca non è un foglio su cui apporre una firma, ma una parola che evoca i desideri autentici di ogni uomo e genera in ciascuno l’impegno a  non arrendersi  a tutte le forme  di chiusure, ma a osare  la convivialità di volti rivolti, che si scoprono amici”.

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Fonte: camminidileuca.it

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Riguardo l'autore

Giovanna Nuzzo

Vent'anni, radici nel Salento ma trasferita a Bologna dove studia per diventare giornalista. E' impegnata nel volontariato da quando aveva quattordici anni con un'associazione locale. Da qualche anno insegna italiano in una scuola per migranti e rifugiati politici di Bologna. Vive di passi, viaggi e sorrisi. Con il cuore a Sud, sogna di tornare nel suo paese e vivere di quello che sarà il suo lavoro.

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