Cristian Filice è un calabrese di Piane Crati, un piccolo paesino in provincia di Cosenza a cui nel 2009 gli viene diagnosticata la SLA e, in seguito a un viaggio a Medjugorje nel 2014, guarisce miracolosamente.

Prima della diagnosi, Cristian era un normale cittadino del Cosentino che lavorava e viveva nella sua Calabria. Nel 2007 convola a nozze e dal matrimonio, dopo poco, nasce anche un primo figlio al quale presto se ne aggiunge anche un altro.

Nel 2009 però, dopo alcuni mesi di continua stanchezza e progressiva atrofizzazione dei muscoli, decide di farsi visitare. La sentenza non lascia scampo a fraintendimenti: SLA.

La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia neurodegenerativa che colpisce sia la corteccia celebrale che il midollo spinale. E’ caratterizzata da progressiva rigidità muscolare che si traduce in difficoltà a parlare, a deglutire e alla fine anche a respirare. Il decesso infatti avviene quasi sempre per insufficienza respiratoria.

Cristian sembrava così condannato a morte certa.

L’aspettativa di vita per questa malattia è di una decina di anni. Ma nello stesso tempo è un uomo di fede e si avvicina ancora di più a essa fino a desiderare di andare a Medjugorje per pregare, guidato dalla luce mariana.

Ed è proprio Don Palmieri a raccontare quell’episodio in una lettera pubblicata sulla pagina Facebook di Radio Maria.

“Dopo una preghiera di Vicka nel corso della testimonianza da suor Kornelia e dopo un’adorazione la notte del 25, si è sentito pieno di un’inesprimibile  gioia al passaggio di una stella cadente.  Il giorno seguente ha voluto farsi accompagnare in carrozzina ai piedi della collina delle apparizioni. Lì, sentendosi interiormente chiamato, nei pressi della croce blu si è alzato in piedi e ha mosso autonomamente i passi.  Ha iniziato a salire appoggiandosi a me, al suo parroco e all’accompagnatore. Da considerare che la cosa era fisicamente impossibile per le sue condizioni. Cristian è salito in cima insieme alla moglie e ai due bambini, e alla vista della statua della Madonna è scoppiato in lacrime. Per la strada più dolce dei misteri del Rosario siamo poi ridiscesi.

Tornato al suo paese di Piane Crati cammina, non usa più la carrozzina, di notte dorme senza il respiratore e gli è stata tolta la peg.

I medici dichiarano inspiegabile questa condizione, non essendoci al mondo casi di remissione della SLA”.

Il caso è ancora al vaglio dell’Autorità ecclesiastica, sotto la supervisione dell’arcivescovo di Cosenza Bisignano Salvatore Nunnari. Cristian si è sempre dimostrato più che disponibile nei confronti della Chiesa alla quale chiede sempre autorizzazione, per qualsiasi iniziativa. Ora Cristian è stato portato tutto a Roma, dove ci sono apposite commissioni che stanno analizzando il caso e verso le quali Cristian – ha detto – che accetterà qualsiasi decisione in merito.

Il dato di fatto è che Cristian ha vissuto per sei lunghi anni la malattia, circondato dall’affetto della famiglia che gli è stata sempre vicina.

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Riguardo l'autore

Giovanna Nuzzo

Vent'anni, radici nel Salento ma trasferita a Bologna dove studia per diventare giornalista. E' impegnata nel volontariato da quando aveva quattordici anni con un'associazione locale. Da qualche anno insegna italiano in una scuola per migranti e rifugiati politici di Bologna. Vive di passi, viaggi e sorrisi. Con il cuore a Sud, sogna di tornare nel suo paese e vivere di quello che sarà il suo lavoro.

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