Parole pesanti quelle di Papa Francesco nei confronti di chi sfrutta i profughi e le loro condizioni.
Oggigiorno sono sempre più frequenti gli sbarchi di immigrati nelle coste di tutto il Mondo. In particolar modo il Mediterraneo è attraversato in lungo e largo da queste “barche della speranza”. Molto profughi provengono dal Nord Africa o dal Medio Oriente e ciascuno di loro paga a caro prezzo il biglietto per il viaggio, usando risparmi di una vita intera, rimettendoci spesso la vita.
E Papa Francesco è da sempre molto attivo nei loro confronti e non ha mai paura di dire la sua.
Nel colloquio tenutosi nel Vaticano per discutere sul fenomeno globale dell’immigrazione Papa Francesco ha dichiarato a gran voce che “i migranti non sono numeri, bensì persone con le loro storie, la loro cultura, i loro sentimenti e le loro aspirazioni”.
Secondo il Pontefice, i profughi hanno bisogno di una protezione continua per sperare di realizzare il sogno di una vita migliore. La guida spirituale dei cattolici lancia un appello in aiuto delle vittime del traffico illegale di esseri umani. Traffico che permette ai trafficanti di guadagnare oltre 7 miliardi di dollari, secondo uno studio l’Ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine.
Per Papa Bergoglio bisogna prestare un’attenzione maggiore verso i profughi, in particolare nei confronti dei bambini ed è necessario cambiare la mentalità comune. Dovremmo, – dice il Santo Padre – abbandonare l’idea che il diverso possa risultare una minaccia.
I migranti sono nostri fratelli e nostre sorelle e hanno bisogno di una protezione continua, indipendentemente dal loro status migratorio.
Parole importanti quelle di Papa Francesco, soprattutto per chi come noi Italiani è a stretto contatto con situazioni del genere. Sulle nostre coste approdano sempre più migranti, sempre più in difficoltà e sempre più bisognosi. E ognuno di noi dovrebbe dare ascolto alle parole del Santo Padre e mettere in atto i suoi insegnamenti, lasciando da parte le discriminazioni. Perché la diversità è uguaglianza e siamo tutti il diverso di qualcun altro.
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