Il 5 ottobre di quest’anno l’irachena yazida Nadia Murad riceve il premio Nobel per la Pace per la sua attività in difesa dei diritti umani.
Sono già tre i premi Nobel conferiti a donne nel corso di quest’anno.
Questo premio, da sempre appannaggio soprattutto di uomini, si sta forse finalmente colorando di rosa.
Nadia Murad oggi è un’attivista per i diritti umani. Ma la sua storia è molto travagliata. Infatti dopo essere stata imprigionata, maltrattata e stuprata nel 2014 riesce a scappare e si rifugia presso una famiglia della zona. Due anni dopo, nel settembre del 2016 diviene ambasciatrice dell’ONU.
Qualche mese dopo Nadia Murad si presenta al consiglio di Sicurezza dell’ONU per discutere del traffico di essere umani in situazioni di conflitto. Inizia qui la presenza e la partecipazione di Nadia alle iniziative dell’ONU. Raggiunge così le comunità di rifugiati e sopravvissuti e ne ascolta le agghiaccianti storie.
Le donne dunque stanno via via conquistando l’ambito premio finora considerato prettamente maschile.
Giusto qualche settimana fa, nell’ambito della Fisica, è la volta della canadese Donna Strickland. Essa è la terza donna nella storia a ricevere la massima onorificenza per la Fisica da quando esiste questo premio. Il suo lavoro si concentra nello studio della scienza ottica ultraveloce verso nuove gamme di lunghezza, come i raggi a infrarossi e ultravioletti. Essa inoltre lavora sul laser ad alta potenza nell’occhio umano.
Per la Chimica invece la protagonista femminile è una donna statunitense: Frances Arnold. La Arnold nel 2005 fonda la Gevo Inc., una società per la produzione di carburanti e prodotti chimici mediante fonti organiche. Otto anni dopo crea un’altra società, Provivi, che si occupa della ricerca di vie alternative ai pesticidi nell’ambito agricolo.
In 118 anni di storia, solo 50 donne ricevono questo ambito riconoscimento, in contrapposizione agli 844 uomini che lo ricevono nel corso degli anni.
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