Una ricerca pubblicata dall’European Journal of Sport Science condotta dalla Facoltà di salute della York University afferma che lo sport, è utile contro la commozione cerebrale. Lo studio afferma che, un bambino praticante sport da almeno sette anni, riesce a guarire meglio di un bambino, che lo pratica da molto meno tempo.

I nostri risultati suggeriscono che c’è un vantaggio nel rimanere con un’attività qualificata al punto in cui il cervello può mantenere le prestazioni, anche quando è ancora influenzato in modo sottile da un infortunio passato.

Lauren Sergio, professoressa del dipartimento di Kinesiology e Health Science e Center for Vision Research presso l’Università di York.

Questa performance può essere protettiva e ridurrebbe la vulnerabilità a un’altra commozione cerebrale quando si gioca con colleghi non concitati.

I risultati di questo studio sono importanti perché dimostrano che gli atleti con più anni di esperienza ritornano ai livelli di pre-commozione più rapidamente rispetto agli atleti inesperti.

Alison Macpherson, professore alla York School of Kinesiology & Health Science

Il loro studio esamina 126 giovani, di età compresa tra 8 e 17 anni. 64 di questi, con una commozione cerebrale alle spalle. Lo studio e i test durano due anni, dal 2013 al 2015. Partecipanti, genitori, team manager e allenatori sono intervistati, al fine di ottenere informazioni dettagliate sui pazienti. Le interviste e i dati raccolti, aiutano a capire di più sulla commozione cerebrale di ogni singolo paziente.

Tutti i pazienti con una commozione cerebrale alle spalle, sono definiti asintomatici, in conformità con le linee guida del protocollo della prova.

Ai partecipanti, si chiede di svolgere due compiti che comportano l’uso delle mani, divisi in 20 prove. Queste, richiedono al paziente di far scorrere il dito indice della mano dominante lungo un computer a doppio schermo. Il terminale è in oltre fornito di schermi tattili nei piani verticali ed orizzontali.

Nella prima condizione, spostano la mano sullo schermo verticale nella stessa direzione del bersaglio. Nella seconda condizione, i partecipanti devono far scorrere il dito lungo il touch screen orizzontale nella direzione opposta all’obiettivo presente sullo schermo. In altre parole, per spostare il cursore a sinistra, dovono far scorrere il dito verso destra. Questo tipo di condizione è simile al passaggio di un disco da hockey a un compagno di squadra a sinistra mentre pattina a destra.

Chi pratica sport da più tempo guarisce più velocemente

I ricercatori, hanno provato che i giovani con una storia di commozione cerebrale con sette o più anni di esperienza sportiva, e con un livello alto di coordinazione occhio-arto-correlati, hanno tempi di recupero delle abilità motorie più rapidi(circa 12 mesi). Per quanto riguarda tutti i soggetti con alle spalle una commozione cerebrale, i tempi di recupero sono risultati più lenti(circa 30 mesi). Non si riscontrano differenze per quanto riguarda il sesso e l’età dell’individuo.

Fonte: EurekAlert!

Vuoi ricevere anche tu le buone notizie di epeira.it? Unisciti agli altri 80 iscritti. Ti manderemo una mail a settimana con una accurata selezione di buone notizie.

Riguardo l'autore

Daniele D'Amato

Direttore Responsabile. Giornalista, fotografo e insegnante; lauree in Scienze della Comunicazione e in Sociologia e Ricerca Sociale; masters in DSA e in ADHD. Fondatore e Presidente dell’associazione fotografica Photosintesi per 10 anni; fondatore e direttore editoriale della testata fotografica IVISIVI; Amministratore dello studio fotografico Comunickare; Collaboratore di “Fotografia Reflex”; docente di Linguistica delle immagini e Metodologia del Portfolio nelle scuole di fotografia; fondatore e Presidente del Collettivo Fotografico Xima.

Scrivi un Commento

due + 5 =